
“La stanza di Adel”, il nuovo romanzo di Ruggero Pegna, protagonista di vari incontri letterari. Emozionante storia di adozione di una bimba russa, tra toni fiabeschi e realtà
Il suo nuovo romanzo edito da Santelli sarà presentato il 3 febbraio a Palazzo Marzano di Vibo Valentia e il 10 febbraio alla Biblioteca Comunale di Briatico
LAMEZIA TERME - Continua il viaggio del romanzo “La stanza di Adel” di Ruggero Pegna, produttore e promoter di grandi eventi musicali tra i più noti, con l’altro volto di sorprendente autore e scrittore: dalla poesia, alla satira, a diversi romanzi attualissimi e di successo.
Il suo nuovo romanzo edito da Santelli sarà presentato il 3 febbraio a Palazzo Marzano di Vibo Valentia e il 10 febbraio alla Biblioteca Comunale di Briatico (inizio ore 17:00) nell’ambito di “Un libro al mese”, rassegna letteraria itinerante organizzata dall’Associazione Culturale “L’isola che non c’è” presieduta da Titty Marzano.
Dopo aver raccontato in “Miracolo d’Amore” la storia della sua improvvisa leucemia e della miracolosa guarigione, Pegna ha toccato il tema della pena di morte in “La penna di Donney” e quelli del razzismo e dell’integrazione nel bellissimo e toccante “Il cacciatore di meduse”, storia di un piccolo migrante somalo sbarcato con la madre a Lampedusa. Ora, con “La stanza di Adel”, in cui ancora una volta è la realtà a trasformarsi in romanzo, ha scelto di addentrarsi nel delicato e tormentato tema dell’adozione che s’intreccia a quelli dell’essere genitori, della famiglia e dei figli, dell’esistenza stessa. Una storia di particolare attualità, che stride con le cronache di guerra di questi giorni, anche perché la protagonista è proprio Adeliya, una bimba russa adottata da genitori italiani.
“L’adozione è un modo naturale come qualsiasi altro per essere genitori e figli”, afferma l’autore, animato dal desiderio di trasmettere ancora una volta forti emozioni legate a storie vere, seppure trasformate in romanzo dalla sua penna assolutamente originale.
“La stanza di Adel” è un romanzo da non perdere sia per chi ha vissuto e vive questa stupenda realtà, sia per chi volesse emozionarsi con l’avventura fantastica di una genitorialità piena raccontata con sensibilità, delicatezza e poesia.
Nel libro un padre ripercorre la sua stessa vita tra paure, sogni, speranze e la sofferenza condivisa con la moglie dovuta all’impossibilità di avere un figlio finché, in un Istituto russo, incontrano e adottano la piccola Adeliya di pochi mesi. Raggiunta la maggiore età, però, lei decide di tornare nella città natale, sostenendo di voler imparare la lingua. In realtà i genitori da sempre temevano che Adeliya, prima o poi, avrebbe cercato le sue vere origini e non si oppongono, consapevoli che si tratti di una prova d’amore da dover superare. Durante la lunga assenza, preso da sconforto e nostalgia, il padre s’impossessa della cameretta di Adel e comincia a ripercorrere la loro storia, a tratti come se fosse una favola: dal desiderio di avere un figlio fino alla lotta per un’adozione, tra burocrazia e timori, nell’inquieta e incerta attesa del suo ritorno.
Un libro capace di avvicinare il lettore ai sentimenti più forti e, forse, di contribuire a dipanare ogni dubbio sull’adozione e sulla necessità di snellire la burocrazia che la precede.