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“Grazie ragazzi” è un dramma che fa ridere

(Tempo di lettura: 2 - 3 minuti)

La storia di Antonio, attore teatrale fallito, vive a Ciampino, che dal laboratorio teatrale nel carcere di Velletri ritrova l’entusiasmo per la vita

Un film che disegna personalità sfiancate da una vita sbagliata alle prese con una nuova opportunità

Antonio (Antonio Albanese), attore teatrale fallito, vive a Ciampino a distanza troppo ravvicinata dall’ inevitabile sorgente di inquinamento sonoro. Ha una figlia lontana con cui parla poco; si vergogna di dirle che per sbarcare il lunario doppia film porno. Un giorno l’amico e collega Michele (Fabrizio Bentivoglio) gli propone di occuparsi di un laboratorio teatrale nel carcere di Velletri. Antonio ha un po’ paura, ma quali sono le alternative? La direttrice del carcere si chiama Laura (Sonia Bergamasco), non è entusiasta, almeno al’’ inizio, ma non mette i bastoni tra le ruote di Antonio. Dopo aver saggiato le abilità dei suoi allievi, Antonio decide di portare in scena “Aspettando Godot” di Samuel Beckett.

Nel testo più famoso di uno dei più grandi drammaturghi del XX secolo, nel monumento del teatro dell’assurdo, il protagonista trova un buon gancio, quello che consente agli attori improvvisati di fermarsi un attimo a riflettere sul senso della vita e il senso dell attesa. Lezione dopo lezione i suoi alunni riescono ad aprirsi con Antonio, grazie alla recitazione, che permette loro di avere anche una valvola di sfogo. E una volta che Antonio riesce a conquistare pienamente la fiducia della sua classe, la compagnia darà il via a un vero e proprio tour teatrale fuori dalle mura del carcere. Diretto da Riccardo Milani,  “Grazie Ragazzi” è un film commedia remake del film “ Un triomphe” di Emmanuel Courcol  2020) , a sua volta tratto dal documentario “Les Prisonniers de Beckett” di Michka Saal ( 2005), incentrato sull’ esperienza dell’ attore svedese Jan Jonnson nelle carceri. 

“Grazie ragazzi” è un dramma che fa ridere, formalmente sobrio, a tratti di un’ asciuttezza documentaria ma anche capace di forzare i suoi limiti. Il film ha il pregio di non perdersi in antefatti, di non cercare  strizzatine d’ occhio ruffiane e pietiste. Disegna personalità sfiancate da una vita sbagliata alle prese con una grossa opportunità : l’ opportunità del teatro, della cultura, della libertà spirituale. Il meccanismo congegnato della pellicola è a doppio senso: i ragazzi hanno bisogno di Antonio tanto quanto Antonio ha bisogno di loro. Il tema dei temi è comunque la cultura, la riscoperta dell’ umanità.  

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